Allenare la mente significa, innanzitutto, stimolarsi e stimolare gli altri e mantenere alto il livello di concentrazione con il dialogo interiore positivo, durante le più svariate performance, nello sport e nel lavoro.
Gioco interiore nello sport e nel lavoro. Uno strumento fondamentale per lavorare in massima concentrazione e di cui siamo tutti dotati è per l’appunto il dialogo interiore. Il gioco interiore. Timothy W. Gallwey (l’ideatore) ne ha fatto la propria fortuna, prima con il libro “The Inner Game of Tennis (2001. Edizione Italiana Ultra 2013), in seguito fondando una scuola e nel recente passato con il suo contributo in ambito professionale: Il gioco interiore nel lavoro. Focus, apprendimento, soddisfazione e mobilità sul posto di lavoro. (luglio 2020)
Gallwey sostiene che: “In ogni sforzo umano sono due le arene coinvolte: quella esterna e quella interna. Il gioco esterno è giocato su un’arena esterna per superare ostacoli esterni e per raggiungere un obiettivo esterno. Il gioco interiore si svolge all’interno della nostra mente e si gioca contro ostacoli come paura, insicurezza, difficoltà di concentrazione, concetti limitanti o presupposizioni”.
The Inner Game è una sfida per superare gli ostacoli autoimposti che impediscono la libera espressione del potenziale in ogni ambito. Attivare il self talk, il dialogo positivo, significa metterci e porre nelle condizioni ideali chi si relaziona con noi, in ambito sportivo e nelle professioni, affinché, acquisita questa competenza molto intima, si possa sviluppare la forza del carattere. Il rapporto con sé stessi. La concentrazione. La resilienza.
In questa sorta di gioco interiore subentrano due sé: il sé 1 giudicante (non ce la farò mai, non ce la posso fare) e il sé 2 agente (l’azione vera e propria) supportato dal dialogo positivo di cui sopra.
SE’ 1. LA PARTE RAZIONALE DEL NOSTRO CERVELLO CHE DA’ LE INDICAZIONI, GIUDICA E SI CRITICA CONTINUAMENTE, ACQUISISCE LE INFORMAZIONI, SPESSO IN MODO DISTORTO E DA’ SPAZIO A UNA SORTA DI ALTEREGO CHE CHIAMEREMO “IMPOSTORE”.
UN TEMIBILE AVVERSARIO CHE RISCHIA DI CONDIZIONARE LE NOSTRE PERFORMANCE, ADDIRITTURA, IN CERTI FRANGENTI, CI FA DUBITARE DELLE NOSTRE STESSE ABILITÀ E CERTEZZE. L’IMPOSTORE SI AUTO ALIMENTA NELLA NOSTRA MENTE CON IL CHIACCHIERICCIO CONTINUO DEI NOSTRI PENSIERI.
SE’ 2. LA NOSTRA PARTE PIÙ INTUITIVA E IRRAZIONALE CHE ESPRIME POTENZIALITÀ E TALENTI.
IL SÉ 2 È ISTINTO PURISSIMO, SI AUTOALIMENTA DI SENSAZIONI E PERCEZIONI.
IL GIOCO INTERIORE TRA I DUE SÉ DEVE ESSERE ORIENTATO A LIBERARE TUTTO IL POTENZIALE, FIDANDOSI DELLA PARTE PIÙ RAZIONALE E AFFIDANDOSI AD ESSA.
DOBBIAMO GESTIRE I VARI MOMENTI “MENTALI” PASSANDO DAL CHIACCHIERICCIO FINE A SE STESSO ALL’AZIONE “SENZA PENSIERI”, OVVERO IL SÉ 1 DEVE ASTENERSI DAL GIUDIZIO E FIDARSI DEL SÉ 2 (CUSTODE DI TUTTO IL POTENZIALE) IN MODO NATURALE, ATTIVANDO IL COSIDDETTO “PILOTA AUTOMATICO”.
Riassumiamo questo gioco interiore citando la formula adattata da tantissimi formatori/coach nel panorama nazionale, ma che Gallwey non menziona mai. Noi, ad ogni modo, ci assumiamo la responsabilità di modificare, in virtù delle nostre ricerche, riflessioni e appunti, frutti di decenni di coaching sul campo, nello sport coaching, nel life coaching, nel lavoro e nella vita di tutti i giorni.
Formula citata da molti coach: Dialogo interno. Performance = Potenziale – Interferenze (P = p – i)
Secondo questa formula, le prestazioni possono essere migliorate facendo aumentare il proprio potenziale (p) o diminuendo le interferenze (i).
L’esperienza da coach, a stretto contatto con atleti professionisti, clienti nel life coaching e imprenditori in ambito business, a proposito di interferenze, ci ispira a seguire nelle sessioni di coaching e soprattutto nei nostri corsi, una nuova formula.
Dialogo interno. Performance = Potenziale + Interferenza + stimolo ad agire. (P = p + i + s)
Riflettiamoci bene. È difficilissimo, quasi-impossibile eliminare l’interferenza dalla nostra testa. È molto più efficace e realistica trasformarla in nuovo stimolo ad agire, con il dialogo interiore orientato, naturalmente, ad incoraggiarci. Se non siamo noi i primi a credere in noi stessi, nessuno lo farà mai cosi bene al nostro posto.
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