PERCHE’ FORMARSI CON NOI E QUALIFICARSI MENTAL COACH
BLOG INTERVISTA CON DANIELE MAIORANA, MENTAL COACH PROFESSIONISTA, DOCENTE DEL NOSTRO CORSO
Scopriamo insieme le caratteristiche di una professione sempre più ambita, in ambito sportivo, professionale e nella vita di tutti i giorni. Il Mental Coach si sta affermando come professione estremamente richiesta. Ne parliamo con Daniele.
D. Quali sono, secondo te, i motivi principali per scegliere questo percorso e diventare un Mental Coach?
R. Sono tantissime le ragioni per diventare un Mental Coach, ciò che ritengo prioritario riguarda il Cambiamento e la crescita Personale. Fare un percorso di consapevolezza e conoscenza di sé, consente di migliorare e sviluppare conoscenze essenziali, abilità pratiche e potenzialità spendibili in ogni ambito.
D. Il percorso di cambiamento e crescita personale, dunque, come condizione essenziale per mettersi in gioco?
R. Si, esattamente. “Liberarsi dalle false credenze e tirare fuori il meglio di sé, da sé stessi” sono i due mantra che citiamo sempre all’inizio del corso, parafrasando uno dei primi Coach della storia: SOCRATE, antesignano del metodo del coaching umanistico.
-D. A proposito di Coaching Umanistico, Programmazione Neuro Linguistica Health Coaching ecc, c’è qualche differenza nell’applicazione del metodo del coaching?
R. E’ doverosa una precisazione. Si fa sempre un po’ di confusione quando si parla di metodo del Coaching e, spesso, a crearla, sono gli stessi addetti ai lavori, per uno scopo tutt’altro che etico. Sono Formatori che insegnano Coaching ma non sono Coach (non esercitano). Personalmente ne conosco tanti. Tali Formatori tirano acqua al proprio mulino del Coaching Umanistico, piuttosto che della PNL. ecc. Addirittura, nel panorama formativo nazionale c’è chi sponsorizza il metodo che utilizza come “vero coaching”. Il coaching non è vero o falso e la semantica di cui parliamo rappresenta il compendio, un insieme di strumenti che vanno acquisiti come un tutt’uno, per utilizzarli sul campo, nei percorsi di coaching. Questo è uno dei motivi per cui il CONI, tramite LIBERTAS, riconosce il nostro titolo come DIPLOMA OLISTICO.Il coaching non può non essere Olistico, dal greco hòlos, cioè totale, globale. A mio parere il metodo, per essere efficace deve fare leva su tutti gli strumenti di cui disponiamo e soprattutto ciascun coach deve acquisirli in un unico metodo, mettendoci del suo e riconoscendo l’unicità di ogni percorso, di ogni cliente.
D. Come può essere applicato il metodo del coaching nello sport, nel business e nella vita di tutti i giorni?
R. Il Coach è un generatore di consapevolezza, il metodo che utilizza fa leva su: lo sviluppo di autostima, autodeterminazione, impegno, responsabilità, azione. L’utilizzo delle domande aperte, la definizione e il lavoro sugli obiettivi. Tuttavia, cambia il contesto in cui tale metodo si applica. Difatti, nello Sport si toccano alcune corde specifiche (ad es. la motivazione, la resilienza, la gestione emotiva, le performance, l’autoefficacia), nel Business altre (ad es. la leadership, il problem solving, la gestione dei conflitti e delle relazioni, il Team working) e nel Life altre ancora (l’autostima, la relazione con se stessi e con gli altri, l’equilibrio nelle diverse aree personali e familiari). Queste tematiche che noi amiamo definire Olistiche possono essere estese nei vari contesti.
D. E’ possibile fare chiarezza sulle modalità con cui opera un coach professionista, in diversi contesti e nelle differenti realtà professionali?
R. Nello Sport, nel business e nella vita quotidiana, puntiamo forte sulle competenze che per poter diventare un Mental Coach bisogna acquisire. I nostri corsisti, apprezzano molto le modalità attraverso cui fruiamo le conoscenze e le abilità. Io personalmente durante i sei mesi del corso, in diretta in zoom, cerco di far passare l’idea che il Coach deve prepararsi bene, soprattutto per lavorare online, perché è così che puoi avere molti clienti one-to-one. Devo dire che questa è una possibilità che attrae molti nostri corsisti.
D. Quali tipologie di utenza può incontrare un Mental Coach?
R. In quanto professionista, un Coach incontra ogni tipologia di utenza. Nello sport, in genere, il target va dall’appassionato, all’agonista, al semi-professionista fino all’atleta di alto profilo, ma anche allenatori e dirigenti. Ciò che davvero fa la differenza, una volta acquisito il metodo, è capire bene come porsi e posizionarsi sul mercato. Noi sviluppiamo anche le competenze per acquisire gli strumenti giusti, affinché ciascun aspirante coach possa definire tattiche e strategie comunicative e di posizionamento (social, google ecc) per farsi scegliere da parte dei potenziali clienti. Io, per esempio, ho insistito negli anni con il coaching per giovani calciatori di movimento e soprattutto portieri. Questa è diventata la mia “nicchia” ma devo dire che seguo anche manager, imprenditori e gente comune che ambisce a dare una svolta alla propria vita.
D. Qual è la soddisfazione più grande per un Mental Coach?
R. La soddisfazione del Coach corrisponde alla soddisfazione del suo cliente, con la condivisione dei suoi obiettivi raggiunti e soprattutto con la consapevolezza che genera lungo il percorso. Personalmente ho avuto e ho tutt’oggi grandissime soddisfazioni, in relazione ai percorsi di crescita e soprattutto ai risultati. Da Mister Universo di body building, ai giovani calciatori che esordiscono tra i professionisti, agli atleti ipovedenti. Ma una delle esperienze più belle che ho vissuto come Coach è stata quella di aver seguito un giovane pattinatore, il quale, all’inizio del percorso a fatica riusciva a mettersi i pattini e che alla fine ha vinto i campionati italiani. *
D. L’ultima domanda ce la giochiamo sull’area pragmatica. C’è un valido motivo, dal punto di vista professionale e burocratico per diventare Mental Coach in Italia?
R. Certo che si. In primis avviare un’ attività professionale riconosciuta dalla Legge 4 del 2013, ovvero la legge che regolamenta le figure sprovviste di uno specifico Albo, come per l’appunto il mental coach. La mia è una ditta individuale di Mental Coaching e Formazione. Ma, ripeto, la condizione essenziale è il posizionamento sul mercato con competenza, etica e soprattutto preparazione. In Italia. La suddetta Legge 4/2013 parla di “autoregolamentazione” del professionista facendo riferimento alle Associazioni di categoria ma non obbliga ad alcuna iscrizione. Tuttavia, i nostri corsisti acquisite competenze e qualifica potranno iscriversi senza costi aggiuntivi al registro nazionale dei coach condiviso da NON SOLO COACHING – LIBERTAS CONI. Grazie a questa iscrizione e alle nostra attività di aggiornamento proposte, i neo mental coach possono condividere esperienze, casi studio reali e nuove competenze, supportati, nei loro percorsi di crescita, dai coach veterani .
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